aspromonte

Let's go trekking in Aspromonte (Part I)

7:00 PM

Hi everybody!
Dopo una piccola anticipazione delle mie vacanze estive, ho pensato ma perchè non partire dall'estate 2011?! :)
Eccoci quindi pronti a partire per un nuovo viaggio, assolutamente con lo zaino sulle spalle! Are you ready? :)


After a small preview of my summer holidays, I thought, why do start from summer 2011?! :)

So here we are ready to embark on a new journey, absolutely with a backpack on his shoulders! Are you ready? :)



Mesi fa, vi diedi una piccola anticipazione del mio viaggio (in un momento di nostalgia, ricordate? 
Con questo mini tour intendo portarvi in una terra ricca di storia e con un fascino naturalistico tutto suo: L'Aspromonte.
Chi di voi mi segue anche su Cultura&Culture avrà sicuramente già letto l'articolo a riguardo, ma per chi non l'avesse fatto ve lo ripropongo qui, aggiungendo altre foto e altri dettagli!
Buona Lettura e non perdetevi la seconda puntata! :)


Months ago, I gave you a little preview of my trip it was a moment of nostalgia, do you remember?

With this mini tour I intend to bring in a land rich in history and with a natural charm all its own: The Aspromonte.
Those of you who follow me also on Culture & Culture will surely have read the article about it, but for those who have not done I will propose again here, adding photos and more details!
Enjoy reading and do not miss the second episode! :)
If someone who read this blog in english is interested to read this article, please write me at: thenaturejotter@hotmail.it and i'll be happy to translate it for you! :)



Ricordo quell’anno, quando dopo tante proposte, insieme decidemmo : “Partiremo in Aspromonte!”. Contentezza, stupore fluttuavano nell’aria. Alcuni di noi erano stati sulle Alpi l’anno prima; cosa potevano mai essere le montagne d’Aspromonte? Con questa falsa convinzione partimmo, con cartine e bussole alla mano. Dopo un lungo viaggio in pullman che da Bari ci portò dritto a Reggio Calabria, ci svegliammo intontiti e, con un ritmo lento e fiacco, riprendevamo gli zaini aprendo gli occhi: davanti a noi, la Sicilia. Eravamo tutti emozionati e sudaticci, pronti per questa nuova avventura. Dopo un altro piccolo tragitto pullman, giungemmo ai piedi di Gambarie, una città montana del comune di Santo Stefano in Aspromonte, a circa 1350 metri sul livello del mare. 





Questa stazione turistica, famosa soprattutto per il turismo invernale, apriva ufficialmente il nostro tour attraverso il Parco Nazionale d’Aspromonte. Esso prende il nome proprio dal massiccio d’Aspromonte, che appartiene al complesso definito “Alpi Meridionali”. Si tratta infatti di rocce e formazioni più antiche rispetto all’Appennino, caratterizzate da un aspetto più frastagliato e irregolare rispetto a tutto il parco, fatta eccezione per le sommità più alte. Iniziammo la scalata verso il monte, saremmo poi giunti fino a Rogudi, una piccola città avvolta tra le cime calabresi. Come sempre all’inizio di un cammino, eravamo piuttosto allegri, ci sentivamo invincibili di fronte a quella “piccola” montagna. Dopo la prima ora, dopo chiacchere, risate, il fiato divenne più corto, iniziammo a guardarci attorno: tutto era avvolto da un’atmosfera surreale e misteriosa, alberi altissimi e vegetazione tanto fitta quanto impenetrabile, colorata solo dalle felci alla base degli alberi più alti. Con qualche difficoltà avanzammo nel sentiero, per poi giungere nei giorni successivi, alla cima del Parco: Montalto, ad un’altezza di 1995m.



Ripartimmo il giorno dopo ancor più carichi, 
attraversando il bosco che diveniva sempre più caratteristico. Il verde si faceva sempre più fitto, i ruscelli sempre più numerosi e limpidi. Dopo qualche giorno, giungemmo in uno dei punti più caratteristici dell’Aspromonte: Villaggio Canovai. Ponticelli in legno, girini e rane erano gli unici abitanti di quel piccolo punto di ristoro; e noi silenziosamente ci apprestavamo a superarlo. Pian piano i ruscelli si unificavano in corsi d’acqua sempre più grandi e più verdi, la vegetazione si faceva meno fitta e pian piano dalle zone più alte faceva capolino il Mar Tirreno.

Dopo qualche chilometro il silenzio regnava tra i nostri passi, solo il leggero scorrere d’acqua di qualche ruscello si mescolava con i nostri pensieri. Continuammo a scendere la montagna e lungo il sentiero iniziammo a scorgere un cumulo di case sul versante della montagna, abitazioni antiche, che sembravano fluttuare nell’aria. Tetti spioventi e antiche masserie, portavano il segno del tempo, rendendo quel panorama così bucolico e rude. Sembrava essere quasi un olio su tela, come se il pittore avesse spostato il pennello a tratti, serpeggiando le tinte qua e là tra le cime. Ben presto le case divennero più numerose e tra i campi si iniziava a scorgere il viso di qualche pastore, fino a quando udimmo la voce di un giovane del luogo, che dopo averci visto, annunciava la nostra presenza: Roghudi, anzi Roghudi Vecchio ci stava dando il suo caloroso benvenuto .
La città di Roghudi ha la caratteristica principale di essere, tra i pochi casi in Italia, suddivisa in due differenti porzioni non confinanti, poste a grande distanza l’una dall’altra. La prima zona è costituita da Roghudi Nuovo ed è posta nelle vicinanze di Melito di Porto Salvo, la seconda, a circa 40 km, è  ubicata  proprio tra le cime meridionali dell’Aspromonte ed è costituita da Roghudi Vecchio.
La prima impressione appena arrivati è proprio quella di un paesino di montagna quasi da “presepe”, un luogo fermo nel tempo. Ci raccontarono che nel tempo molti eventi avevano lasciato il segno nei cuori di questi pochi abitanti e tra le rocce del “loro” Aspromonte. Ci raccontarono inoltre che, a seguito di due forti alluvioni, avvenute nell’ottobre 1971 e nel gennaio 1973 , la popolazione di Roghudi Vecchio, fu costretta ad abbandonare l’antico centro cittadino per trasferirsi in quella che oggi costituisce Roghudi Nuovo. Trascorremmo giorni indimenticabili, trovammo un’accoglienza d’altri tempi, incontrammo gente che aveva subito in giovinezza questo forte cambiamento, ci raccontarono le loro storie, i loro ricordi. Ci raccontarono che spesso ancora oggi si recano tra quelle case in rovina, tra quelle vie abbandonate, ripensando alla loro infanzia e alla loro “primavera della vita”.
Dopo questi racconti, ci buttammo a capofitto in quello che era il nostro compito: come gruppo scout giunto da Bari infatti ci impegnammo a rendere più agibile la zona abbandonata di Roghudi Vecchio, bonificando in parte il vecchio mulino e le vecchie vie della città. Ben presto però ci raccontarono che Roghudi non era soltanto un vecchio paesino in rovina, ma che la zona circostante nascondeva misteri e segreti che nel tempo erano stati tramandati dai pastori e dai viandanti di passaggio. Ci dissero che ci avrebbero portato in dei posti unici al mondo, con delle formazioni rocciose che ci avrebbero lasciato col fiato sospeso. Quella notte precedente eravamo eccitati all’idea di scoprire questi luoghi e dopo che con le nostre braccia avevamo lasciato un segno indelebile a questa cittadina, adesso era arrivato il momento di accogliere un dono da portare per sempre con noi. Cosa avremmo visto nei giorni successivi? Quali panorami sarebbero diventati ricordi indelebili tra la nostra memoria? Presto iniziò ad albeggiare, ci preparammo in fretta. Eravamo pronti a scoprire i segreti e i misteri di Roghudi…

 


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9 commenti

  1. Brilliant pieces of trees and mountains.

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  2. Ciao e grazie per essere passata da me! Che bella questa vacanza, mi fa venire voglia di montagna e di camminate... Sai, un tempo ero anch'io una scout (ma CNGEI ;))
    P.S. Nel caso tu decida di scrivere un post su Bari prima del 29/08, puoi partecipare al mio contest sui nidi :D

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  3. Beautiful photos from a wonderful place!
    Thanks for sharing, Barbara.
    Mette

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  4. bellissimo blog :) ti seguo!
    -------------------
    take a trip on
    The Creative Sailboat

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  5. Luoghi incantevoli, resi ancor più speciali dal vostro grande lavoro. bellissime fotografie che fanno sentire in pace con se stessi :-)

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  6. Excelentes fotografias de belos lugares....
    Cumprimentos

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  7. Wonderful nature and very good photo's, specially that firts one..... nice work Barbara

    Ciao, Joop

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  8. je doet je blognaam eer aan.mooie heldere natuuropnames.prachtig.

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  9. Grazie del commento su Osho, merito tutto suo :)

    Piacere di averti incontrata!

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